Hendrix Tribute @ Stazione Birra

Finalmente una serata di musica genuina e suonata come si deve! Quale modo migliore per festeggiare l’anniversario della nascita di Jimi Hendrix (27.11.1942)!?

Hendrix Tribute - Uli John Roth, TM Stevens, Vinnie MooreIeri sera ho deciso di regalarmi un po’ di buona musica, sul palco di Stazione Birra musicisti di un certo calibro come Uli John Roth (chitarrista degli Scorpions), Vinne Moore e T.M. Stevens accompagnato dalla sua band.

Per quanto mi riguarda, nessuno al mondo è in grado di riprodurre nel complesso il sound così personale di Hendrix, ma posso senza dubbio dire che questi ragazzi (chi più chi meno…) ci sono andati davvero molto vicini, o comunque le loro interpretazioni non mi sono dispiaciute affatto.

Hendrix Tribute - Uli John Roth, TM Stevens, Vinnie MooreApre la serata un energico T.M. Stevens con la sua band (che terrà per tutta la sera le redini del palco), una versione molto groove di “Freedom” e poi avanti fino all’ingresso sul palco di Uli John Roth, il non più giovanissimo chitarrista degli Scorpions, interpreta in maniera molto fedele “All along the watchtower”, se non fosse che la voce è molto più simile alla versione di Bob Dylan…ad ogni modo di tutta la serata Roth è stato sicuramente l’interprete, dal punto di vista della chitarra, più fedele.

Successivamente sale sul palco Vinnie Moore, il più acclamato, per restarci poi fino alla fine. Moore, si muove quasi alla cieca senza mai sbagliare una nota, lontane le sonorità di Hendrix, ma l’interpretazione personale di questo grande chitarrista non è comunque dispiaciuta.

Gran finale tutti sul palco, per una chiusura di festa davvero impressionante, tre chitarre (la terza del chitarrista di T.M. Stevens) riempiono praticamente ogni vuoto, il batterista di T.M. Stevens potente e presente fino alla fine, e poi proprio lui, T.M. Stevens con la sua voce nera, rievoca il ricordo di quella voce mai dimenticata.

La voce dello stesso Stevens purtroppo non ha interpretato tutti i pezzi, in parte perché spesso dimenticava i testi, in parte perché Roth aveva esigenze da prima donna, e in parte (ahimè) perché hanno lasciato cantare il terzo chitarrista che era evidentemente quello meno impegnato. Purtroppo chiunque fa cover di Hendrix non da al cantato l’importanza che merita, relegandolo in secondo piano e questa è una grave mancanza secondo me.

Last but not least, un’importante precisazione che va fatta è che questi fantastici musicisti, si sono incontrati per la prima volta il giorno stesso del concerto, avendo studiato i pezzi ognuno per conto suo, una cosa che sul palco si è a tratti notata, ma vista la grandiosità dell’impresa è decisamente passata in secondo piano.

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2 commenti

  1. ho dimenticato di dire, cioè non mi sembrava carino scriverlo nel post, insomma c’era una coppia che per mantenere memoria della serata ha portato un simpatico registratore..portatile..UN GIAMAICANO!!! :shock::shock::shock:

  2. vabbe’ io sono hendrixiano e non faccio testo ma se ci si devon metter in tre.–:lol:
    Ma quello che più mi è sempre piaciuto di JH è la sua capacità inventiva, che non dovrebbe esser messa in secondo piano in un jimiserata.
    E allora in certi casi non cover ma opere di bene.

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